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mercoledì 21 agosto 2013

Riconciliazione




Scrivere a volte significa inventare storie e personaggi, a volte saper leggere la realtà, cogliendo spunti dalla vita quotidiana. Nelle scorse settimane ho assistito ad una piccola scena di vita familiare, apparentemente secondaria, che mi ha fatto riflettere su cosa significhi riconciliazione, fare pace con qualcuno. Ho voluto fermare su carta, fotografare questo quadretto, prima che si perda nei meandri della memoria e svanisca.
 
Due bambine di differente età, probabilmente sorelle, sono sedute in chiesa accanto ai loro genitori.
La liturgia è lunga e forse noiosa per loro e le ragazzine non sempre riescono a seguirla con la dovuta attenzione; soprattutto la più piccola mostra spesso segni di stanchezza; ogni tanto si alza e cammina per la chiesa, curiosando accanto al vicino confessionale. Si muove in silenzio con grazia, improvvisando non vista qualche passo di danza in momenti liturgicamente poco opportuni.
Richiamata all'ordine dai genitori torna a sedersi al suo banco.
Le due sorelle parlottano tra loro a bassa voce; forse scherzano, forse discutono di qualcosa.
Di colpo la piccola si alza ancora e si allontana di qualche metro, nascondendosi dietro il confessionale. Si siede con aria triste sul bordo dell'inginocchiatoio di legno, col viso imbronciato,  tutta rannicchiata come se volesse rendersi invisibile.
Dopo qualche secondo anche l'altra bambina si alza, si guarda attorno spaurita in cerca della sorella e  la raggiunge in fretta, senza parlare. Si accosta a lei e la prende per mano, riportandola dai genitori, sorridendo come chi ha compiuto una missione difficile.
L'altra bimba la segue felice. La lite è ormai cosa passata.

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