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mercoledì 8 giugno 2016

Lungo gli argini (AUTOREcensione) - parte prima


Inauguro oggi un piccolo esperimento promozionale che ho chiamato AUTOREcensione (o recensione d'autore),  un tentativo di scrivere un commento obiettivo ai miei libri, visti dalla parte del lettore. Una prova generale su cosa raccontare in una ipotetica presentazione.
Una via forse non originale, probabilmente percorsa da altri prima di me, comunque un percorso insidioso perché dietro l'angolo c'è sempre il rischio di trasformarlo in un mero messaggio pubblicitario o di cadere nelle facili autocelebrazioni (o al contrario nell'autocommiserazione).
La novità forse è farlo apertamente, avvisando il lettore di non farsi incantare solo dalle mie parole, ma di assaggiare invece le pagine di anteprima gratuita offerte su questo sito.
Sono parecchie settimane che provo a scrivere questo articolo, cancellando e riscrivendo per cercare di renderlo più leggero, facendo slittare tutti gli altri programmi.
Fatemi sapere se avete gradito questa iniziativa, se vi ho annoiati o se le mie parole sono state troppo "di parte".

Per l'occasione ho deciso di prorogare fino al 30 giugno 2016 le promozioni sui miei libri, valide solo acquistando dal sito Youcanprint e inserendo i codici indicati a lato.

Poeta io?
Ho scelto di cominciare questa prova dalla raccolta Lungo gli argini, terzo libro in ordine di pubblicazione, probabilmente il migliore che ho scritto finora, ma anche il meno considerato dai lettori, forse perché da me promosso finora in maniera inadeguata.
Pur avendo pubblicato due raccolte di poesie (quelli bravi le chiamerebbero "sillogi", ma io preferisco volare basso) non mi considero un poeta, piuttosto un narratore di sensazioni, senza grandi pretese.
Fogli diVersi e Lungo gli argini sono nate in tempi lontani, nel secolo scorso, quando ancora si scriveva a macchina e i computer erano un sogno futuristico. Impaginate con i mezzi dell'epoca e messe da parte per qualche anno, a invecchiare come il buon vino, sono tornate alla ribalta quando ho deciso di cominciare la mia avventura con il self-publishing, prendendo finalmente nuova forma cartacea e digitale,
Solo per un caso ho deciso di cominciare il percorso con questi testi, scelta che ha spesso condizionato la percezione dei lettori e degli altri autori, portandoli a credermi un poeta. In realtà da tempo ho smesso di scrivere poesie, pur non avendo mai rinnegato questo primo amore, gli inizi del mio percorso letterario e oggi della mia esperienza di autore autopubblicato, grazie anche al valido sostegno dello staff di Youcanprint e ai preziosi consigli di altri autori/autrici più esperti.

La maggior parte della mia produzione ancora inedita è composta da racconti brevi: alcuni da buttar via, qualcuno ancora da limare, molti in buona parte da riscrivere. Testi al momento non ancora pronti a confrontarsi con il giudizio del pubblico. Ma arriverà anche il loro momento, prima o poi.



Lungo gli argini, racconti di vita
La raccolta Lungo gli argini contiene 44 poesie, scritte tra il 1991 e il 1998, arricchite dalla data di composizione e da una breve nota introduttiva.
Segna idealmente il seguito di Fogli diversi e il ritorno alla scrittura dopo un periodo di silenzio; a volte sono come dei piccoli quadri, che cercano di raccontare delle storie, comunicare dei messaggi, affrontare i temi della fragilità senza mai rinunciare alla speranza.
Come scrivo nell'introduzione, "Lungo gli argini sostano le persone in attesa: di attraversare il fiume per andare lontano o di sprofondare fra le sue acque", in equilibrio precario tra fede e disperazione, con uno sguardo critico sui mali di questo mondo.
La voglia di ripartire, di ricominciare è evidente già nelle prime pagine del testo, a partire dal motto d'apertura "Ridi dei tuoi affanni e non farai mai danni",  un invito a vivere la vita con leggerezza e autoironia, senza preoccuparsi in maniera esagerata o prendersi troppo sul serio.
Tutti abbiamo delle qualità, dei talenti nascosti che spesso non riusciamo a valorizzare; tutti abbiamo avuto dei momenti di incertezza, delle paure, siamo stati in attesa lungo gli argini del fiume con la voglia di attraversare, di superare gli ostacoli e la paura di finirci dentro, di arrenderci al nostro destino.
Nel testo fragilità e speranza camminano spesso insieme, come nella vita di ciascuno di noi.
Vengono proposti piccoli spunti di riflessione con un linguaggio semplice, forse lontano dalle frasi altisonanti e dalle costruzioni ardite dei bravi poeti, ma spero più vicino al cuore della gente comune.

Proverò a illustrarvi brevemente ogni poesia, inserendo talvolta qualche breve stralcio in corsivo, lasciando al lettore il piacere di ascoltarne la voce attraverso il proprio cuore.
"Le poesie non vanno spiegate, ma solo lette", scrissi tempo fa; forse era solo una mia considerazione personale, forse la reminiscenza delle parole di qualcun altro, non ricordo. Spiegare una poesia, soffermandosi sul significato di ogni parola e sulla sua possibile interpretazione allegorica, ci aiuta forse a comprendere il senso letterale dei versi, a decifrare le frasi più oscure, ma spesso impoverisce la comunicazione, quel che essi trasmettono direttamente al nostro cuore, al di là delle parole e a volte anche delle intenzioni dell'autore.
Come diceva il grande Troisi "la poesia è di chi gli serve", di chi ne ha bisogno; una volta scritta in un certo senso smette di appartenere solo all'autore per divenire patrimonio dell'umanità.

Le poesie in breve - parte prima
Fogli diversi si concludeva con Il cuore del poeta, che esprimeva quasi una resa, la fine dell'ispirazione poetica e forse del sogno letterario, ma lasciava anche uno spiraglio di speranza sarà ora,/ domani o forse un giorno,/ ma quella voce qui farà ritorno.
La raccolta parte con due poesie scritte nello stesso giorno, In cammino e Una luce di un tempo che fu, due testi diversi che però esprimono entrambi una voglia di rinascita, di ripartire, di riprendere un cammino interrotto per troppo tempo.
Ai versi E rivedo una vita/ che pareva perduta/ritrovare vigore/ e tornare a lottare contenuti nella prima poesia fanno eco E la fiamma mia vana/ che pareva ormai spenta/ ha riaperto la tana / e ora arde contenta presenti nella seconda.
La raccolta prosegue con Un nuovo sole, un invito a svegliarsi, a mettere da parte la pigrizia, a lasciarsi cullare dal calore del sole che sorge ogni giorno anche per noi, riportandoci la speranza.
Dopo il risveglio arriva la consapevolezza dei mali di questo mondo, la voglia di denunciare i soprusi, espressa in La forza di gridare, poesia in cui compare anche l'elemento religioso, una richiesta di aiuto al Signore per riuscire a non tacere, a mettersi sempre in gioco, anche quando sembra inutile.
Sotto un cielo d'asfalto affronta il tema delicato della ricerca della propria identità sessuale, attraverso la storia di una donna, anzi di un uomo intrappolato nel proprio corpo femminile, che non sente più suo, e avverte il bisogno di un amore diverso.
In Sabbia torna il tema della speranza perduta e della necessità di ridare valore anche alle piccole cose; perfino un granello di sabbia può segnare l'inizio della costruzione di un mondo nuovo, restituire la speranza perduta.
Ditemelo voi è una riflessione sull'inutilità della guerra, una sorta di lettera aperta ai "signori della guerra", che scherniscono chi la pensa diversamente, convinti che le armi siano l'unica soluzione per risollevare l'economia E ridete di noi/che parliamo di pace commenta tristemente, chiedendosi per quale ragione/ si debba ammazzare / quell'altra divisa che contiene un uomo come me.
Armonia riprende il tema religioso, dipingendo un piccolo quadro in cui si rincorrono i canti degli uccelli e il suono delle campane, modi diversi di lodare il nome del Signore e di richiamare a lui l'umanità perduta.
Lungo gli argini, poesia da cui prende il nome l'intera raccolta, parla di un'umanità dolente, che attende lungo le sponde del fiume, forse per attraversarlo, forse per caderci dentro, cercando spesso invano una risposta. Anche qui è determinante il sostegno di Dio, che ci prende per mano per aiutarci a non cadere tra i flutti, a non lasciarci sopraffare dalle nostre paure.
Questa voce che ci guida lungo il cammino, non lasciandoci mai soli con il nostro destino, è presente anche in A volte, invito a non arrendersi mai, a non aver paura di sbagliare perché l'importante/ è comunque provare.
Tra le stelle racconta un sogno d'amore, di una storia finita ancora prima di nascere, forse solo un dolce miraggio.
Si è parlato di un Dio compagno di strada, ma spesso le regole del mondo sono diverse, regna l'economia, l'ingordigia, il desiderio di dominio, di possesso; idoli moderni a cui nella poesia Il dio di questo mondo viene contrapposto l'ideale della rinuncia, della povertà francescana che invita a non essere legato / a quello che possiedi concludendo che il dio denaro può essere sconfitto perché il suo potere nasce solo dal desiderio e non potrà spaventare / con incubi di indigenza / chi sa già rinunciare / a ogni possidenza.
La voce della Chiesa riprende un po' gli stessi temi, denunciando una chiesa spesso complice dei potenti rivolta al dio denaro / e assai poco alla speranza e quindi distante dalla gente, incapace di comprenderne i veri bisogni.
Due poesie scritte nel 1994 che forse anticipano quello che oggi predica e cerca di costruire papa Francesco o semplicemente riprendono quello che la Chiesa insegna da più di duemila anni, a volte perdendosi per strada.
Ecco allora La lanterna, un vecchio cieco con una lampada in mano che ci mostra la strada, invitandoci a fidarci, a non avere paura di seguirlo perché ti condurrà per mano/ per tutti i giorni tuoi, un'immagine che si ispira umilmente a una nota poesia di Trilussa sulla Fede.
In Quando sarò... troviamo il confronto con il tema della morte e del giudizio sulla nostra vita, appuntamento tanto temuto da evitare solitamente persino di parlarne. L'invito a non piangere, a non disperarsi in vista dell'incontro con il Signore, a cui consegneremo il fardello dei nostri peccati e delle nostre buone azioni. E a compiere un gesto umano di altruismo come la donazione degli organi.
Tutti sognano la ragazza (o il ragazzo) ideale, accontentandosi poi della persona reale che incontrano sulla loro strada. In Se ho provato a immaginare come sarebbe la nostra vita se lei fosse davvero come l'abbiamo sempre sognata.
Non è facile restituire il sorriso a chi sta soffrendo: il protagonista di Reciterò per te ci prova, improvvisandosi attore, per ridare speranza a una persona malata. Non è stata scritta per una persona in particolare, così come la successiva Le gambe di cera, dedicata a chi ha perso la propria autonomia a causa di incidenti o malattie e deve convivere con la sedia a rotelle.
Due poesie che mi hanno spesso fatto riflettere: sono nate come un messaggio di speranza, ma spesso mi chiedo se chi soffre davvero potrà cogliere questo lato positivo e non piuttosto vederle come un invito alla rassegnazione. Motivo che mi ha spesso purtroppo portato, con rimpianto, a non condividerle con chi viveva situazioni difficili o ci ha lasciato troppo presto.
Amare le parole è una sorta di filastrocca, ispirata al grande e spesso dimenticato Gianni Rodari, un funambolo delle parole che ha ispirato i miei primi tentativi di scrittura.
La vita a volte ci costringe a mettere da parte i nostri desideri, a rinunciare a tanti nostri progetti; in Ridatemi i miei sogni l'appello di un uomo che vuole ritrovare la propria strada,  mettendo da parte le illusioni per tornare a credere nel futuro. 

Continua




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